A casa tutti si ricordano ancora oggi che bastava darmi un registratore e delle cassette per rendermi felice.
Mi divertivo a riprodurre dialoghi di cartoni animati imparati a memoria e a cantare senza sosta le canzoni dei grandi classici disney. Spesso, fingevo di essere una speaker e mi divertivo ad intervistare i miei parenti. Ricordo con affetto che durante un viaggio in Svezia con mio fratello e i miei genitori, incontrammo Enrico lucci che si prest0’ volentieri ad una mia intervista. Il mondo dell’audio è da sempre stato per me fantastico, avrei potuto passare pomeriggi a registrare la mia voce normale o ad imitarne altre. Per rendere i miei giochi ancora più realistici e divertenti, registravo suoni di vari ambienti con cui creavo montaggi utilizzando vari registratori.
Quando non avevo la possibilità di registrare i suoni che volevo, cercavo di ricrearli utilizzando la materia prima che li rappresentasse, ad esempio: se mi servivano dei passi prendevo scarpe maschili o femminili a seconda della storia che avevo inventato. Per impedire che si sentisse il riverbero, chiedevo alla mia mamma di mettermi con una piccola sedia all’interno di un armadio che avevamo nella nostra casa di campagna, a cui lei doveva togliere i panni per crearmi lo spazio. Anche mio papà mi assecondava divertendosi ad inventare favole assieme a me. Con il tempo rendendomi conto che non consideravo questa passione solo un gioco chiesi di poter fare lezioni di canto.
Mia nonna che da sempre credeva nella mia passione, riuscì ad entrare in contatto con una perla rara, sia dal punto di vista umano che professionale: Maria Grazia Fontana, grazie alla quale ho avuto l’opportunità di imparare tantissime cose e di entrare a far parte del suo coro sat&b con il quale ho la fortuna di fare esperienze splendide. Successivamente grazie a lei e a suo fratello Attilio ho avuto la possibilità di far parte del musical’68 ITALIAN ROCK musical scritto da loro grazie al quale, sono cresciuta sotto molti punti di vista. E’ stato un lavoro bello ed impegnativo, rappresentato per tre serate al Teatro Furio Camillo, un’emozione splendida condivisa con il pubblico che non si è praticamente accorto che io fossi non vedente. Per esigenza personale, ho imparato presto anche ad utilizzare computer e successivamente telefono con sintesi vocale per poter essere autonoma il più possibile. Per concludere approfitto di questo mio piccolo spazio per ringraziare la mia meravigliosa famiglia, in particolare il mio supereroe preferito, la mia straordinaria mamma a cui ho riempito le orecchie di chiacchiere e canzoncine varie che ogni giorno fa l’impossibile per rendermi felice. Grazie di cuore anche a tutte le persone speciali che fanno parte della mia vita, che mi vogliono bene e che con pazienza mi aiutano a coltivare le mie passioni.